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NOSTRO FIGLIO E’ IN CONTINUO MOVIMENTO, ANCHE IN CLASSE. COSA FARE?

Questa è una domanda che spesso si pongono i genitori soprattutto quando la difficoltà del loro bambino viene evidenziata anche dall’insegnante. Vorrei partire da un punto importante: i bambini devono muoversi! Mi ha fatto sorridere e anche un po’ riflettere quella frase che tempo fa girava sui social che diceva più o meno così : “ se dovevo stare fermo nascevo albero”. I bambini attraverso il corpo e il movimento conoscono se stessi e il mondo circostante, comprendono concetti di distanza, concetti spaziali. Già nel grembo materno, il bambino ancor prima di sviluppare i sensi, si muove. Se il movimento del bambino diventa un elemento che va ad interferire con il contesto in cui si trova e gli crea difficoltà sia nella relazione con l’altro che con l’ambiente, un aiutino bisogna darlo.

Spesso , ai genitori che si chiedevano cosa fare per il loro bambino in continuo movimento e nella maggior parte dei casi erroneamente definito “una peste”, ho sentito dare consigli di questo tipo: “ dovete farlo stancare! Il bambino non è abbastanza stanco quindi deve scaricarsi, fategli fare corsa o calcio, deve stancarsi”. Vi starete chiedendo se questa è la soluzione. Proviamo a riflettere insieme, pensiamo per un attimo a cosa facciamo la sera quando vogliamo mettere a letto un bambino: abbassiamo le luci, leggiamo una storia, mettiamo una musica dolce, proviamo dunque ad indurre un rilassamento. Ecco la stessa cosa possiamo fare con i nostri bimbi che tanto si muovono e sembrano essere sempre in uno stato di ipereccitazione.

Proviamo a ridurre l’eccitazione e gli stimoli esterni, proviamo a non sovraccaricarli, potrebbe essere un buon punto di partenza. L’obiettivo deve essere rallentare, no stancarsi e ne tanto meno fermarsi. Uno sport che consiglio in questi casi è l’equitazione, entrare in relazione con il cavallo, aggiustarsi alla sua andatura che dondola, lavorare sull’equilibrio. Dobbiamo accompagnare i nostri bambini nel passaggio da un movimento impulsivo ad un movimento controllato. In genere questo avviene nel periodo in cui il bambino effettua il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria e per facilitarlo sarebbe opportuno praticare esperienze psicomotorie a scuola fin dalla più tenera età.

La psicomotricità funzionale va a lavorare su una struttura neurologica chiamata formazione reticolare che si trova nel tronco encefalico. Cosa fa la formazione reticolare? Risveglia l’attenzione e permette di regolare il tono in base al compito o all’azione che dobbiamo svolgere. La cosa straordinaria della formazione reticolare è che è allenabile, dunque dobbiamo proporre esperienze strutturate ad hoc per allenarla.

Ma cosa possiamo fare in classe con i bambini che presentano un’instabilità motoria? Dare la possibilità a tutta la classe di alzarsi almeno ogni 15 – 20 minuti anche solo per stiracchiarsi. Proviamo ad alternare attività da seduti e attività di movimento aiutandosi con strumenti per misurare il tempo tipo clessidra o piccole sveglie in modo da permettere al bambino di giungere gradualmente ad un’autoregolazione. Dobbiamo partire dal concetto che il cervello si nutre di movimento un movimento di cui la scuola deve occuparsi. Il bambino entra in classe non solo con la sua testa ma anche con il suo corpo dunque quest’ultimo non va dimenticato o considerato meno importante. Proviamo per quanto possibile a far passare gli apprendimenti scolastici dal corpo e dal movimento, questo è utile e motivante per tutti i bambini. 

A cura della Dott.ssa Annalisa Rende Psicomotricista funzionale