COME FACILITARE GLI APPRENDIMENTI
Come dico spesso ai genitori che incontro durante i colloqui, scrivere è un atto motorio. Dunque i nostri bambini, prima di stare seduti al banchetto con in mano una penna e una buona postura, devono imparare a conoscere il loro corpo per poi muoverlo in maniera controllata e funzionale. Molti dei bambini con cui ho intrapreso percorsi psicomotori per lavorare sulla difficoltà di scrittura in realtà non avevano nessun disturbo specifico, semplicemente dovevano recuperare un lavoro sui prerequisiti. Ma quali sono questi prerequisiti di cui tanto si parla?
Quando parliamo di pregrafismo non pensiamo solo ed esclusivamente alle schede da completare e ai tratteggi da ricalcare, ma pensiamo a tutte quelle competenze a cui il bambino deve approdare prima di produrre il tratto grafico. Pensiamo per un attimo a quali sono i movimenti che facciamo per poter scrivere: impugniamo la penna con le dita, muoviamo la mano dominante da sinistra verso destra tenendo fermi braccio e spalla, gli occhi seguono il movimento della mano, regoliamo il tono per
imprimere la giusta forza, ci aggiustiamo ad uno spazio foglio. Per noi tutti questi gesti sono ormai automatici, ma i nostri bambini devono poter sperimentare, provare e acquisire queste competenze di base. Come? Attraverso il “gioco”, il corpo e il movimento. Permettiamo al bambino di muoversi per lavorare sulla coordinazione dinamica generale. Sia se siamo nella scuola dell’infanzia che a casa proponiamo giochi di movimento nello spazio, o quelli in cui devono simulare il movimento degli animali in modo da sperimentare diverse posture e schemi di movimento.
Permettiamo ai bambini non solo di conoscere i cinque sensi ma di utilizzarli, toccare con le mani e con i piedi elementi di consistenza diversa, indovinare ad occhi chiusi oggetti, riconoscere profumi, discriminare suoni. Utilizzare le mani senza dimenticare le singole dita, ad esempio potremmo farli dipingere indicando quale dito utilizzare in modo da lavorare sulla dissociazione delle dita. Utilizzando sempre la pittura o pastelli a cera permettiamo al bambino di disegnare su grandi fogli magari posti su parete verticale così da lavorare sul movimento della spalla, del braccio e del polso.
Sempre su grandi fogli possiamo disegnare delle strade, indichiamo a sinistra il punto di partenze e a destra il punto d’arrivo, facciamo scegliere al bambino la sua macchinina preferita e via: lavoriamo sulla direzionalità. C’è una metodologia utilizzata in psicomotricità funzionale chiamata Le Bon De Part che parte da giochi di movimento con le mani, giochi con la musica nello spazio, disegno su grandi fogli per poi arrivare gradualmente al foglio del quaderno. E’ così che dovremmo fare, giungere ad uno spazio foglio gradualmente.
Altro gioco che possiamo proporre sia a scuola che a casa prevede l’utilizzo delle carte da gioco ad esempio quelle del gioco “UNO” però le utilizziamo per costruire case e villaggi. In questo modo lavoriamo non solo sulla creatività ma anche sulla coordinazione occhio-mano e la regolazione del tono. Le esperienze psicomotorie funzionali permettono al bambino di lavorare sui prerequisiti in maniera motivante e divertente. In quest’ottica la psicomotricità funzionale ha anche una funzione preventiva, soprattutto se praticata adeguatamente nella scuola dell’infanzia in quanto permette di facilitare gli apprendimenti futuri.
A cura della Dott.ssa Annalisa Rende Psicomotricista funzionale