ESSERE GENITORI INSIEME: LA COGENITORIALITA’
Una delle cose più complesse per una coppia è esercitare in modo congiunto la propria funzione genitoriale, la cosiddetta cogenitorialità. Essere genitori insieme vuol dire dialogare sulle decisioni inerenti ai figli, a prescindere dalla qualità della relazione di coppia. Anche nei casi di una separazione coniugale è importante esercitare la cogenitorialità, sebbene sia molto difficile separare la dimensione di coppia da quella genitoriale.
Fare i genitori insieme è tanto più complesso quanto più gli stili educativi con cui sono cresciuti i genitori divergono. Diventa allora fondamentale creare un terzo stile, che nasce dall’unione degli stili di ciascuno dei due. Le differenze possono essere una fonte di arricchimento, purché i genitori riescano a trovare dei comuni accordi sugli obiettivi che intendono raggiungere con i propri figli. Quando i genitori fanno fronte unito, alleandosi, sostenendosi e negoziando tra loro, i figli sentono di avere una base sicura.
La cogenitorialità è far sentire la presenza dell’altro genitore anche quando non è fisicamente presente. Dire a un bambino “quando torna papà mostriamo anche a lui il disegno che hai fatto” vuol dire far passare l’idea che mamma e papà sono una squadra. All’opposto, quando i figli intravedono delle crepe nell’unione della coppia genitoriale, tendono a percepire meno l’importanza delle regole familiari, in quanto riescono ad aggirarle coalizzandosi ora con un genitore ora con l’altro a seconda dell’obiettivo che vogliono raggiungere. In altri termini, riescono a sfruttare l’assenza di comunicazione tra mamma e papà a proprio vantaggio. Quest’aspetto si amplifica ancora di più in età adolescenziale, quando i tentativi di trasgressione e sovversione sono maggiori.
Soprattutto nelle situazioni in cui non si può fare affidamento sul supporto dei nonni o degli zii, è fondamentale che la coppia si sostenga in modo reciproco e che la distribuzione degli oneri della vita familiare sia percepita coma equa. Ciò garantisce che nessuno dei due genitori venga escluso dall’accudimento del figlio.
Occorre ricordare che, più di quello che i genitori dicono del proprio legame, i bambini interiorizzano ciò che vedono: atteggiamenti svalutanti nei confronti dell’altro genitore sono facilmente captabili dai figli. È ad esempio preferibile che mamma e papà non parlino in presenza dei figli di questioni relative alla coppia o di aspetti riguardanti i bambini su cui non hanno ancora trovato un accordo.
Un bambino che non sente di dover scegliere se giocare nella “squadra” di mamma o di papà è un bambino che può esprimere liberamente se stesso sia con un genitore che con l’altro, senza il timore di tradire uno dei due; è un bambino che, con più probabilità, diverrà un adulto che si mostra autenticamente con meno fatica, perché sa di potersi muovere nelle relazioni con libertà.